Marrakech, altrimenti detta la città rossa, offre certamente moltissimo ai suoi visitatori. Al di là della visita ai suoi monumenti più celebri come il Palazzo Bahia o la Moschea Koutoubia, le attività possibili offerte da questa città sono davvero tante: dallo shopping, alle Spa e agli hammam disseminati per tutta la città, dai caffè e ristoranti alla moda, fino alla possibilità di dormire in una tenda berbera nel deserto o di effettuare panoramici voli in mongolfiera.
Si tratta della seconda città del Marocco per popolazione e dimensioni dopo Casablanca, ma probabilmente la prima per quel che riguarda gli aspetti culturali della vita di una città, da sempre legata alle sue origini e tradizioni eppure dinamica, effervescente e proiettata verso il futuro.
Il periodo migliore per visitarla è senz'altro quello primaverile caratterizzato da temperature quasi sempre gradevoli e dalle poche precipitazioni, mentre i mesi invernali ed estivi sono quasi sempre rispettivamente gelidi e torridi. Qualora non ci fosse alternativa al visitarla nei mesi tra giugno e settembre è bene prepararsi patire un caldo e delle temperature cui non tutti sono abituati, non è raro infatti che il termometro salga al di sopra dei quaranta gradi già durante le prime ore della giornata.
Esistono tuttavia alcuni posti, al di fuori della piscina del vostro riad a Marrakech, che costituiscono sì un valido rifugio dalla canicola delle ore più calde, ma che sono anche luoghi caratteristici della città che vale assolutamente la pena visitare.
Il primo sono i Giardini Majorelle, un giardino botanico realizzato dall'artista francese Jaques Majorelle nel 1920. Sono circa trecento le diverse varietà di piante subtropicali, di cui l'artista era appassionato, che crescono in questo giardino, al centro del quale si trova la sua attrattiva principale, ovvero una grande villa liberty, le cui pareti pitturate di un vivido blu oltremare, contrapposte al giallo dei vasi e delle fontane, creano un perfetto contrasto tra colori primari.
I Giardini Majorelle sono inoltre legati a uno dei maggiori nomi della moda internazionale, infatti quando, dopo la morte di Majorelle avvenuta nel 1962, i giardini caddero in uno stato di sostanziale abbandono, fu Yves Saint Laurent ad acquistarli nel 1980. Lo stilista francese insieme al compagno Pierre Bergè restaurò il parco, dotandolo anche di un nuovo sistema di irrigazione, e lo arricchì di molte nuove specie vegetali, per poi donarlo nuovamente alla città di Marrakech.
Testimonianza di quanto questo luogo sia stato un'importante fonte di ispirazione per uno dei più grandi maestri della moda, è il fatto che nel 2008, anno della morte di Saint Laurent, le sue ceneri furono, per suo volere, sparse proprio nell'area privata e non aperta al pubblico di questi giardini.
Un altro posto, molto amato in modo particolare proprio dai marocchini, sono i Giardini della Menara, un parco di circa novanta ettari poco fuori Marrakech, in direzione aeroporto, che si distende alle pendici dei monti dell'Alto Atlante. L'intera area è circoscritta da una cinta muraria che racchiude la grande coltivazione di ulivi, palme e altri alberi da frutto, oltre all'enorme vasca per l'irrigazione nelle cui acque si riflette l'immagine del grande padiglione in stile arabo. Tutta la struttura fatta eccezione per il padiglione, eretto nel 1870, risale al XII e fu edificata per volere della dinastia berbera che all'epoca regnava sul Maghreb, gli Almohadi.
I giardini della Menara sono un ottimo posto dove rifugiarsi dal caldo e dal caos delle strade della città e dove trovare un po' di quiete per rilassarsi comodamente sotto i suoi alberi.